All’Ospedale Goretti risorse e posti letto interamente sacrificati al trattamento del Covid, mentre altre strutture della provincia si trasformano in cliniche private

Nelle ultime settimane la pressione sul pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina è in continuo aumento. Il dipartimento Emergenza e accettazione, infatti, è arrivato alla saturazione a causa di una situazione sempre più critica per quanto riguarda la gestione del flusso di pazienti Covid e non Covid. 

Nella giornata del primo febbraio si sono sfiorati i 150 presenti, molti dei quali sono stati visitati su delle sedie dato che le barelle non erano più disponibili. Una condizione alquanto complessa, nella quale il personale cerca di fare il possibile per gestire l’emergenza legata ai pazienti contagiati dal virus e, allo stesso tempo, il flusso di persone che si presentano al pronto soccorso per altre patologie.

Inoltre, è di pochi giorni fa la notizia di un’area isolata dedicata alla Neonatologia Covid allestita nel reparto di Pediatria, dato che l’ospedale “Bambino Gesù” di Roma non ha più posti letto disponibili per accogliere i piccoli pazienti contagiati dal virus.

Sacrificare interamente al trattamento del Covid-19 risorse e posti letto dell’ospedale più importante della provincia – sede del DEA di II livello, con attività di alta specializzazione uniche in tutta l’Azienda le quali, pur se Covid free, stanno comunque subendo la pressione di convivere con un ospedale “Covid” –, crea enormi disagi al normale funzionamento dell’impianto cittadino. Inoltre, la nuova ondata della pandemia causata dalla variante Omicron sta mettendo in crisi la gestione dei reparti di oncologia e l’attività chirurgica programmata è stata sospesa o rallentata, poiché le terapie intensive sono occupate da pazienti Covid. Di conseguenza, i danni per le persone colpite da cancro rischiano di essere molto gravi, in quanto il successo delle cure dipende anche dai tempi brevi entro cui viene eseguito l’intervento chirurgico. 

 Al momento, presso il pronto soccorso del Goretti, stazionano oltre 100 pazienti – anche con patologie gravi – in attesa di diagnosi e terapia, mentre altri ospedali, trasformati di fatto in cliniche private, risulterebbero poco collaborativi nell’accoglienza dei pazienti “non Covid” che comunque affollano il DEA di Latina. Viene da chiedersi: c’è un’equa ripartizione del rischio tra tutto il personale dell’Azienda Asl, o è solo quello di Latina che, da oltre due anni, sopporta la pressione derivante dalla pandemia? Sentiamo il dovere di ringraziare tutto il personale medico, paramedico e amministrativo del Goretti il quale, anche a rischio della propria vita, combatte tutt’oggi in prima fila per far fronte all’emergenza del Coronavirus. Tuttavia, invochiamo l’intervento della Asl affinché le urgenze legate al Covid vengano distribuite equamente in tutte le strutture della provincia.

Lo dichiarano i Consiglieri Comunali di Latina nel Cuore Vincenzo Zaccheo, Dino Iavarone, Renzo Scalco e Mario Faticoni. 

Il Comune aumenta le spese di istruttoria per il carburante agevolato in agricoltura, creando ulteriore disagio ad un settore già in crisi

Per far fronte ai recenti rincari dell’energia dovuti al momento di crisi che sta vivendo il Paese il Governo, in sostegno delle attività produttive, ha stanziato grosse somme di denaro per aiutare i settori della produzione. Tuttavia, il Comune di Latina, con la delibera di giunta n. 311 dello scorso 29 dicembre, ha deciso invece di aumentare le spese di istruttoria per il carburante agevolato in agricoltura, creando un ulteriore disagio ad un settore già in forte crisi. Adesso gli imprenditori agricoli, per richiedere le agevolazioni del carburante, dovranno pagare a caro prezzo la domanda.

Invece di agevolare la ripresa economica e di mitigare il caro carburante, l’attuale amministrazione dimostra una volta ancora scarsa attenzione nei confronti di un comparto di primaria importanza: la concessione di carburanti agevolati in agricoltura, infatti, costituisce un benefit per le imprese agricole che anche l’ultima legge finanziaria dello Stato ha confermato, rendendo paradossale che per ottenere un beneficio di cui si ha pieno diritto occorra pagare un diritto istruttorio esagerato.

In un periodo nel quale in agricoltura si registrano prezzi maggiorati del 70% – mentre quelli del prodotto sono ai minimi storici –, il Comune dovrebbe venire incontro alle imprese: al contrario, questa amministrazione non fa altro che alzare i costi, acuendo la crisi di una categoria che troppo spesso ha subito decisioni e azioni che ne hanno svilito aspettative e diritti.

Noi di Latina nel Cuore saremo al fianco delle categorie del mondo agricolo in questa battaglia e ci impegneremo affinché non venga applicato questo ulteriore balzello ad un settore già penalizzato.

Lo dichiarano i Consiglieri Comunali di Latina nel Cuore Dino Iavarone, Renzo Scalco e Mario Faticoni. 

Altro incidente tra via Verdi e via Bonaparte: deve scapparci il morto per far sì che il Comune si muova?

Un paio di giorni fa a Latina si è registrato l’ennesimo incidente stradale all’altezza dell’incrocio tra via Verdi e via Napoleone Bonaparte, a poca distanza dall’ospedale. Quattro persone sono rimaste ferite, di cui due trasportate in codice rosso all’ospedale Santa Maria Goretti. 

Una vicenda che purtroppo non risulta nuova ai residenti della zona i quali, dopo aver visto avvenire decine di sinistri simili tra loro, invocano ormai da tempo la messa in sicurezza dell’incrocio – senza tuttavia ricevere alcuna risposta dall’attuale amministrazione.

Deve scapparci il morto per far sì che in Comune si accorgano dell’urgenza della questione? Nella suddetta area sono più che mai necessari degli interventi adeguati a consentire all’utente della strada di comprendere che si trova nei pressi di un incrocio stradale: il Comune deve dunque installare al più presto segnaletica orizzontale, verticale e luminosa di incrocio pericoloso, nonché dissuasori di velocità con annessa segnalazione degli stessi.

Tra l’altro, anche in molte altre zone della città la segnaletica stradale orizzontale si è ormai ridotta all’80% della sua visibilità, per non parlare della condizione in cui versano le strade, sempre più sconnesse e dissestate, e le rotatorie, ormai fatiscenti e prive di interventi di manutenzione. 

È giunto il momento che l’attuale amministrazione si adoperi per rendere più sicura la viabilità, installando nuova segnaletica, eseguendo interventi di manutenzione delle strade e, infine, impegnandosi nella realizzazione di nuove rotatorie.

Lo dichiarano i Consiglieri Comunali di Latina nel Cuore Dino Iavarone, Renzo Scalco e Mario Faticoni. 

“Mal d’aria di città”, il rapporto di Legambiente è allarmante: Latina sfora ogni parametro, ma dal Comune tutto tace

Il nuovo report di Legambiente denominato “Mal d’aria di città” monitora il livello d’inquinamento all’interno dei centri urbani. Sono stati messi a confronto i dati dello smog di 102 comuni italiani con quelli suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e il risultato, per quanto riguarda la nostra città, è allarmante: tra le più inquinate, infatti, nella lista spunta anche il nome di Latina. 

Dopo aver visto scendere la città all’83° posto nella classifica stilata da “Il Sole 24 Ore” per qualità della vita, adesso siamo costretti a vederla nelle ultime posizioni anche in quella legata ai valori dell’aria. 

Viene da chiedersi: cosa pensa di fare l’attuale amministrazione per far fronte a questa preoccupante situazione? Un inquinamento di tale livello è innanzitutto riconducibile al traffico cittadino, il quale non solo è mal gestito, ma non si è neanche provveduto a realizzare nuove infrastrutture che possano agevolarne lo scorrimento. La realizzazione di nuove rotatorie permetterebbe di ridurre il livello del traffico e, di conseguenza, l’emissione di sostanze tossiche che creano inquinamento atmosferico. Inoltre, va anche potenziato il sistema di trasporto pubblico, disincentivando i cittadini ad utilizzare i propri mezzi ­– anche attraverso iniziative che promuovano la mobilità sostenibile, dal car-sharing fino alla realizzazione di nuove piste ciclabili. Infine, è necessario dare impulso all’utilizzo del super bonus 110%, la misura di incentivazione del Governo che punta a rendere più sicure ed efficienti le nostre abitazioni (con interventi che possono essere svolti anche a costo zero per il cittadino).

Nel corso degli ultimi 5 anni e mezzo abbiamo assistito all’inerzia dell’attuale amministrazione per quanto riguarda progetti e iniziative che potessero migliorare la qualità dell’aria della nostra città: in che posizione deve scendere Latina affinché dal Comune si muova qualcosa?

Lo affermano in una nota i Capigruppo di FDI, Lega e Latina nel Cuore.

Ex Banca d’Italia, ci risiamo: la mozione di LBC rende l’utilizzo dell’immobile vago e stravolge il Nucleo di Fondazione

La mozione della capogruppo LBC Valeria Campagna rispetto al futuro dell’ex Banca d’Italia dimostra ancora una volta che l’amministrazione comunale di Latina non ha una visione complessiva sul centro storico e sul Nucleo di fondazione.

Nella mozione di LBC, infatti, vi è in programma la predisposizione di aule studio, sale polivalenti e spazi per gli studenti universitari per trasformare l’immobile in un luogo polifunzionale di aggregazione e socializzazione: un po’ di tutto, insomma, in modo sommario, generico e totalmente privo di una visione urbanistica unitaria della città. 

In assenza di un’idea complessiva dello sviluppo di Latina ­­– e quindi anche del suo centro storico –, si rischia un puro esercizio dialettico privo di un orizzonte di senso. Come sottolineato anche dall’ex Assessore Maurizio Guercio, il tempo è arrivato perché “si prenda finalmente coscienza di quanto sia fondamentale avere un’idea programmata e armonica del futuro-prossimo della città e del suo territorio. Per decidere la destinazione d’uso dell’ex Banca d’Italia dobbiamo fare un nuovo Piano Urbanistico della città? Forse no, ma si evitino le titolazioni sulle molteplici “Città possibili”, destinate – così facendo – a rimanere “città invisibili” in assenza di un quadro progettuale d’insiemeÈ il momento di ragionare in un’ottica di visione unitaria e partecipata di tutto il sistema urbano e urbanistico di Latina”: un’idea condivisa da numerosi architetti, ingegneri e professionisti di Latina, incontrati durante la scorsa campagna elettorale dal rappresentante di una coalizione del centrodestra.

L’acquisizione della Banca d’Italia, seguendo le amministrazioni Finestra-Zaccheo, deve essere dunque un anello di congiunzione con il cronoprogramma sul palazzo ‘M’ della giunta Zaccheo, a cui devono essere aggiunti altri immobili del nostro patrimonio storico e architettonico, indispensabili per completare il processo di trasformazione del Nucleo di Fondazione (dall’Intendenza di Finanza al Catasto fino alle Poste).

Un utilizzo vago e generico di tale edificio, come sostiene la consigliera Campagna, non solo renderebbe vano l’acquisto dell’immobile – il quale, tra l’altro, secondo qualcuno della maggioranza, non è stato ancora perfezionato –, ma stravolgerebbe il disegno d’insieme del nucleo di fondazione quale sede naturale della cittadella universitaria. Per trasformare tale edificio in sede universitaria è necessario confrontarsi con dei tecnici, effettuando un piano esigenziale solo dopo aver perfezionato l’acquisto ed effettuato uno studio sulla funzione dello stesso. Al momento, invece, sembra che l’attuale amministrazione stia effettuando una corsa contro il tempo per accaparrarsi l’edificio, nonostante essa sia in stato confusionale rispetto alla visione del centro storico e del Nucleo di Fondazione. Dopo 5 anni di stallo urbanistico bisognerebbe ricordarsi che non siamo più in Campagna elettorale, ma stiamo parlando del futuro di Latina: qualcosa che non si programma in base ai consensi, bensì con un’idea chiara e precisa della città e del suo futuro.

Lo dichiarano i Consiglieri Comunali di Latina nel Cuore Dino Iavarone, Renzo Scalco e Mario Faticoni. 

Coletta boccia la mozione su Ponte Mascarello: farà la stessa fine del teatro e della biblioteca?

Durante l’ultimo consiglio comunale, tenutosi ancora una volta in modalità telematica, ho riscontrato alcuni problemi di connessione dato che nella mia abitazione, situata presso Borgo Sabotino, spesso la rete internet non funziona correttamente. Per questo motivo non ho dunque potuto partecipare al dibattito su una tematica per la quale mi sono sempre battuto in prima linea, ovvero quella relativa alla questione del Ponte Mascarello e, più in generale, della zona del litorale e di Foce Verde. 

Prima in veste di Presidente dell’Associazione “Riviera di Latina” e, successivamente, in quella di Consigliere comunale, più volte ho sollecitato l’attuale amministrazione a risolvere la situazione relativa a tale ponte, ma non è stato fatto nulla. E pensare che a Genova, dopo il terribile crollo del Ponte Morandi, ci è voluto poco più di un anno per costruire la nuova struttura ideata da Renzo Piano: in Comune sono coscienti che si può realizzare un ponte anche in pochi mesi?

Altra problematica connessa a questa zona, inoltre, è quella relativa al depuratore. Realizzato negli anni ’70, l’incremento del numero di utenze dovuto a nuovi abitanti, abusivismi edilizi e turismo lo ha reso fortemente sottodimensionato, fuori tabella come prestazioni e ubicato a pochi metri dalla fascia dunale; come se non bastasse, in determinate condizioni meteo esso emana fastidiosi odori e miasmi, un pessimo biglietto da visita per il turismo della nostra città. Diviene dunque fondamentale delocalizzare quest’ultimo, trasferendolo dal ridosso della battigia all’interno di un terreno di proprietà SOGIN, una procedura già avviata mediante il rilascio delle necessarie autorizzazioni – e con il benestare del gestore del S.I.I.Soc. Acqualatina – ben 12 anni dall’amministrazione a guida Zaccheo. 

Tra l’altro, in base al piano dei porti realizzato dalla Regione Lazio, dove attualmente si trova il depuratore dovrebbe invece sorgere il porto di Foce Verde. In questo senso, l’accordo di programma stipulato tra l’amministrazione Zaccheo, i ministeri competenti e SOGIN e pubblicato in Gazzetta Ufficiale ­– al quale, successivamente, aderì anche Acqualatina – aveva gettato le basi per la realizzazione dello stesso. L’attuale Amministrazione, invece, ha dimostrato una volta ancora la sua mancanza di programmazione e di visione di città.

Lo dichiara il Consigliere Comunale di Latina nel Cuore Renzo Scalco.