Ex Banca d’Italia, ci risiamo: la mozione di LBC rende l’utilizzo dell’immobile vago e stravolge il Nucleo di Fondazione

La mozione della capogruppo LBC Valeria Campagna rispetto al futuro dell’ex Banca d’Italia dimostra ancora una volta che l’amministrazione comunale di Latina non ha una visione complessiva sul centro storico e sul Nucleo di fondazione.

Nella mozione di LBC, infatti, vi è in programma la predisposizione di aule studio, sale polivalenti e spazi per gli studenti universitari per trasformare l’immobile in un luogo polifunzionale di aggregazione e socializzazione: un po’ di tutto, insomma, in modo sommario, generico e totalmente privo di una visione urbanistica unitaria della città. 

In assenza di un’idea complessiva dello sviluppo di Latina ­­– e quindi anche del suo centro storico –, si rischia un puro esercizio dialettico privo di un orizzonte di senso. Come sottolineato anche dall’ex Assessore Maurizio Guercio, il tempo è arrivato perché “si prenda finalmente coscienza di quanto sia fondamentale avere un’idea programmata e armonica del futuro-prossimo della città e del suo territorio. Per decidere la destinazione d’uso dell’ex Banca d’Italia dobbiamo fare un nuovo Piano Urbanistico della città? Forse no, ma si evitino le titolazioni sulle molteplici “Città possibili”, destinate – così facendo – a rimanere “città invisibili” in assenza di un quadro progettuale d’insiemeÈ il momento di ragionare in un’ottica di visione unitaria e partecipata di tutto il sistema urbano e urbanistico di Latina”: un’idea condivisa da numerosi architetti, ingegneri e professionisti di Latina, incontrati durante la scorsa campagna elettorale dal rappresentante di una coalizione del centrodestra.

L’acquisizione della Banca d’Italia, seguendo le amministrazioni Finestra-Zaccheo, deve essere dunque un anello di congiunzione con il cronoprogramma sul palazzo ‘M’ della giunta Zaccheo, a cui devono essere aggiunti altri immobili del nostro patrimonio storico e architettonico, indispensabili per completare il processo di trasformazione del Nucleo di Fondazione (dall’Intendenza di Finanza al Catasto fino alle Poste).

Un utilizzo vago e generico di tale edificio, come sostiene la consigliera Campagna, non solo renderebbe vano l’acquisto dell’immobile – il quale, tra l’altro, secondo qualcuno della maggioranza, non è stato ancora perfezionato –, ma stravolgerebbe il disegno d’insieme del nucleo di fondazione quale sede naturale della cittadella universitaria. Per trasformare tale edificio in sede universitaria è necessario confrontarsi con dei tecnici, effettuando un piano esigenziale solo dopo aver perfezionato l’acquisto ed effettuato uno studio sulla funzione dello stesso. Al momento, invece, sembra che l’attuale amministrazione stia effettuando una corsa contro il tempo per accaparrarsi l’edificio, nonostante essa sia in stato confusionale rispetto alla visione del centro storico e del Nucleo di Fondazione. Dopo 5 anni di stallo urbanistico bisognerebbe ricordarsi che non siamo più in Campagna elettorale, ma stiamo parlando del futuro di Latina: qualcosa che non si programma in base ai consensi, bensì con un’idea chiara e precisa della città e del suo futuro.

Lo dichiarano i Consiglieri Comunali di Latina nel Cuore Dino Iavarone, Renzo Scalco e Mario Faticoni. 

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