Raccolta differenziata, Dino Iavarone: «Anche il Direttore di ABC ammette che così non è sostenibile: tutti i nodi arrivano al pettine»

Come si suol dire: “tutti i nodi arrivano al pettine“! Dopo 6 anni in cui l’amministrazione Coletta ha provato a difendere il piano industriale di ABC, accampando tutte le scuse possibili e immaginabili – citiamo solo la peggiore, ovvero “è colpa dei cittadini che non vogliono fare la differenziata e portano i rifiuti in giro per la città” – e, nonostante per un anno abbiamo cercato in tutti i modi di far capire loro che sbagliavano a difendere l’indifendibile, oggi – probabilmente complice il fatto di non avere pressioni politiche – il Direttore di ABC, nella maniera più onesta possibile, mette in fila tutte le motivazioni per cui questo metodo di raccolta differenziata con il piano industriale in vigore non è sostenibile e, guarda caso, coincide con tutto ciò che abbiamo denunciato in commissione e in Consiglio Comunale durante quest’ultimo anno di consiliatura.

Facciamo veramente fatica a comprendere come ancora oggi l’ex sindaco Coletta continui a lodarsi per il lavoro svolto quando era in carica. La sospensione del nuovo metodo di raccolta differenziata per i quartieri mancanti era il minimo che potesse accadere, mentre per quanto riguarda l’approvazione a scatola chiusa del nuovo piano industriale presentato da ABC forse sarebbe il caso di prendersi un po’ più di tempo e, vista anche l’esperienza acquisita in questi anni, verificare se sia il caso di continuare con questo metodo di raccolta differenziata o sia più opportuno diversificare in base alle reali esigenze dei vari quartieri della città. Anche perché portare a 325 unità (dalle 200 circa previste dal vecchio piano industriale) il personale dedicato alla raccolta dei rifiuti, quando l’attuale pianta organica dell’intero comune di Latina non arriva a 500 unità, deve fare riflettere se sia sostenibile o meno per le casse comunali.

Un metodo, quello attuale, che ha mostrato tanti limiti, alcuni ammessi anche dai dirigenti di ABC, altri lasciati eccessivamente in disparte: come ad esempio l’impegno in termini di tempo e costi nascosti che comporta per i cittadini, la rigidità della tempistica in cui conferire i mastelli in strada – un disagio specialmente per gli anziani –, il tempo da dedicare alla separazione dei materiali tutto a carico dei cittadini, l’acqua utilizzata per sciacquare i contenitori di cibo prima di metterli nei mastelli – si dirà che non è obbligatorio, ma se non si procede in tal senso, i cattivi odori e gli insetti attirati dai residui creano un disagio ancora peggiore rispetto a quello di sciacquare i contenitori; senza dimenticare che, specialmente nei quartieri densamente popolati, non tutti hanno spazio per gestire i mastelli, perché non si tratta solo di trovare un angoletto sul balcone dove posizionarli, ma serve spazio per pulirli ed evitare di andare da una parte all’altra della casa con la spazzatura in mano perché magari il balcone è uno solo e non si trova vicino la cucina.

Per non parlare poi dei costi, dato che il PEF di ABC risulta quasi il doppio di quello di Latina Ambiente a fronte di numerosi servizi offerti in meno, adesso esternalizzati a spese del Comune a società private e neanche alla stessa ABC. Tutto ciò con una città in piena emergenza ambientale e che negli ultimi anni ha conquistato i primi posti di tutte le classifiche regionali e nazionali tra quelle più sporche e con meno raccolta differenziata, a fronte di costi esorbitanti e di un servizio pessimo.

È evidente che il tema dei rifiuti non possa essere affrontato in maniera ideologica perché, come detto, i nodi prima o poi vengono al pettine: la prossima amministrazione comunale, prima di approvare il nuovo piano industriale di ABC, dovrà fare un grande lavoro in sinergia con Provincia e Regione per individuare un modello di gestione che comprenda chiusura del ciclo dei rifiuti, ATO e impiantistica – e che possibilmente sopravviva alle amministrazioni che si succederanno nei prossimi 20 anni almeno.

Lo dichiara in una nota Dino Iavarone, già Consigliere Comunale di Latina nel Cuore.

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